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Escursioni sulle Alpi Apuane

Sulle vette selvagge del marmo e dell’Uomo Selvatico

I nostri trekking nel geoparco mondiale UNESCO

Una finestra tettonica che svela la storia geologica del continente europeo. Endemismi, relitti glaciali e animali rari in un ambiente capace di conservare uno dei più alti tassi di biodiversità del nostro paese

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Le Alpi Apuane sono un luogo dell’anima. Ho iniziato a frequentarle quando avevo sei anni e non ho più smesso. La loro asprezza assolata e la pietra bianca che le caratterizza hanno su di me il potere catalizzante della scoperta. Su queste vette ho praticato il trekking, l’arrampicata, l’escursionismo invernale e non smettono mai di stupirmi.

Sono una catena montuosa articolata e ricca, nascondono segreti, piante rare e leggende antiche. Sono terra di pastori e celti e il carattere ruvido che le definisce forgia da sempre i suoi abitanti. Avrai sentito dire che sono faticose, pericolose e che camminare sui suoi crinali è un’esperienza per pochi, ma ti posso assicurare che non è così. Sebbene vi siano percorsi capaci di mettere a dura prova i più vigorosi e coraggiosi dei camminatori, sanno regalare anche passeggiate facili e adatte a tutti, in condizioni di totale sicurezza.

Alcune delle vette più note, come la Pania della Croce e il Monte Tambura (la Tambura come si dice in gergo!), il Corchia e il Sagro, sono alla portata dei più. Possono risultare faticose, ma la salita si sviluppa su sentieri facili e del tutto sicuri. Chi invece desidera suggestive passeggiate di crinale o salite panoramiche più godibili senza mettersi a dura prova, vette come il Monte Croce, il Matanna, il Monte Piglione e il Prana risulteranno perfette, senza per questo rinunciare alla bellezza che solo una catena montuosa alpina e marittima insieme è in grado di regale.

Sono montagne taglienti, la loro verticalità condiziona la vista e il terreno impervio e sconnesso richiede spesso concentrazione e piede fermo. Il brivido delle vette più leggendarie, come il Monte Pisanino, il Monte Contrario, il Sella e il Monte Macina, è senz’altro riservato a chi ha grande conoscenza del territorio e una buona confidenza con il terreno non sempre sicuro di questi monti. Ma la loro posizione geografica, condizione alla base della grande varietà di ambienti, regala esperienze al limite del surreale anche senza sfiorare le vette.

Distretti industriali antichi, come Candalla e Calcaferro, e gli alpeggi del Puntato e di Ranocchiaia, sono luoghi di una bellezza commovente, capaci di una connessione immediata con la storia e le antiche pratiche che hanno forgiato i popoli di queste valli dall’antichità fino al dopoguerra.

Le grotte dell’uomo primitivo e i numerosi disegni rupestri ti catapulteranno in un passato remoto selvaggio, quando comunità nomadi di cacciatori trovavano rifugio negli sessi anfratti che migliaia di anni dopo viandanti romani, pellegrini medievali e partigiani elessero a rifugio sicuro durante i loro spostamenti.

La grande varietà del clima permette a queste montagne straordinarie di conservare piante uniche e animali rari, il carsismo che le contraddistingue le ha rese meta ambita per gli speleologi di tutto il mondo e ti posso assicurare che un trekking da queste parti sarà un’esperienza che non dimenticherai tanto facilmente.

Dal 2012 fanno parte del circuito dei Geoparchi UNESCO, ma purtroppo l’industria spietata del Marmo ne condiziona gravemente la salute, compromettendone la biodiversità e decretando una lenta distruzione in favore di prodotti scadenti che nulla hanno a che vedere con le gloriose sculture per cui sono divenute famose.

Frequentare queste montagne significa anche avvicinarsi con consapevolezza ad uno dei più gravi disastri ambientali d’Europa e contribuire alla tutela di ciò che ne rimane.

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