Uno strumento imprescindibile
Le cartine escursionistiche per chi va in montagna sono una risorsa fondamentale, tra supporti cartacei e digitali oggi c’è l’imbarazzo della scelta. A mio avviso, della prima non si può fare a meno, prima di tutto perché non funziona a batteria e quindi, se non la si perde nel bosco, non ci lascerà mai a piedi. Il secondo motivo per cui è irrinunciabile è rappresentato dall’alto livello di dettaglio e dall’ampiezza del supporto. Quest’ultima è per me una qualità importante che permette ad un primo sguardo di orientarsi in modo più efficace con le aree circostanti, ma mi rendo conto che per molti possa non essere fondamentale.
Partire per un escursione senza una cartina escursionistica in tasca è senz’altro una mossa poco prudente, e anche partire con l’aiuto del solo cellulare rischia di rappresentare un problema. Le antenne GPS dei nostri smartphone scaricano velocemente la batteria del dispositivo e, sopratutto se utilizzati insieme alla funzione dati per avere sempre a disposizione la mappa al posto dell’utilizzo di mappe offline, è quasi certo che non arriveremo alla fine della giornata. I dispositivi GPS dedicati da questo punto di vista danno una mano; generalmente funzionano con due pile stilo e possiamo portarne qualcuna con noi per le situazioni d’emergenza, ma rappresentano una spesa che spesso non vogliamo affrontare e non coprono a mio avviso le lacune dovute alla mancanza di una mappa cartacea. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i pro e i contro dei vari supporti.
Cartine escursionistiche tradizionali
Come dicevamo non ci abbandonano mai, averne una nello zaino significa essere certi di poterla consultare senza il rischio di dover essere troppo rapidi per non scaricare la batteria e regalano una grande visione d’insieme.
Le cartine topografiche tradizionali sono un riferimento fondamentale, non solo perché ci permettono di capire quale sentiero scegliere per raggiungere la meta, e continuare a farlo ad ogni bivio o incertezza. Si rivelano cruciali nel momento in cui ci perdiamo, perché con l’aiuto di una bussola e una banale operazione di triangolazione saremo capaci di stabilire la nostra posizione senza incertezze. Il livello di dettaglio poi è impareggiabile, non esiste un’alternativa digitale capace di restituire con la precisione di una carta tradizionale i punti d’interesse, le curve di livello in scala e tutte quelle informazioni essenziali per l’escursionista.
Tuttavia possono presentare dei limiti spesso dovuti alla loro qualità. Molte aree del nostro paese ormai sono coperte dalla cartografia 4 Land, a mio avviso la migliore insieme a Kompass e Tabacco, ma altre zone purtroppo non vantano carte di questa fattura e molti dei luoghi poco frequentati hanno prodotti sommari in scale inservibili, fino ad arrivare in molti casi ad un’assenza totale di copertura cartografica.
Il GPS cartografico al posto della cartina tradizionale
I dispositivi dedicati sono strumenti ottimi, anche i più economici sono capaci di una discreta precisione e offrono una serie di funzioni che la cartografia tradizionale non può dare.
Sono dotati di altimetro, barometro, bussola e nella maggior parte dei casi accedono contemporaneamente ai sistemi GPS e GLONASS per un rilevamento più preciso della posizione. Solitamente hanno la dimensione di un vecchio telefono, al massimo di un piccolo walkie-talkie e possono essere fissati con un moschettone all’esterno dello zaino per una consultazione rapida anche mentre camminiamo.
Durante i nostri spostamenti registrano la traccia e ci danno la possibilità di posizionare sul percorso un numero pressoché infinito di informazioni tramite la memorizzazione di waypoint, funzione utilissima per l’esplorazione di nuovi percorsi o più semplicemente per appuntarsi luoghi di interesse non presenti sulle fonti a disposizione. Alcuni scattano delle immagini geo referenziate salvandole automaticamente sul percorso e rendendole consultabili in ogni momento anche dopo il download della traccia sul nostro PC.
Generalmente hanno tutti la funzione track back: se ci perdiamo o sta per calare il buio e vogliamo tornare indietro ma abbiamo dei dubbi sul percorso alle nostre spalle, si potrà selezionare questa funzione e il dispositivo ci guiderà sui nostri passi fino al punto di partenza. Alcuni dei più moderni hanno il tasto di SOS per lanciare un messaggio satellitare di soccorso con la nostra posizione GPS e, nel caso dei più evoluti, permettono di inviare SMS a dei numeri predisposti.
Sono strumenti molto resistenti e disegnati tenendo in considerazione i rischi a cui vengono sottoposti durante le nostre avventure. Di solito sono “corazzati”, impermeabili e ottimizzati per un utilizzo che in molti casi supera le 20 ore anche in condizioni di bassa temperatura
Lo smartphone e le carte escursionistiche OSM
Ognuno di noi ormai possiede un telefono di ultima generazione che di fatto non si discosta molto da un dispositivo GPS dedicato nel momento in cui decidiamo di istallarvi una delle tante app disegnate per l’escursionismo. Rispetto ad un GPS presenta sicuramente degli svantaggi, le antenne nella maggior parte dei casi sono meno precise, le funzionalità a disposizione dipendono dall’app che scegliamo e la maggior parte dei dispositivi non ha barometro, altimetro ma solo una bussola.
Sanno essere in ogni caso ottimi oggetti di supporto per le nostre camminate ed insieme ad una mappa escursionistica cartacea sono uno strumento efficace, con dalla sua un monitor molto grande che permette una godibilità delle mappe che il GPS spesso non consente. Purtroppo, a parte alcuni modelli molto resistenti e impermeabili, nella maggior parte dei casi sono strumenti fragili che mal si prestano allo stress a cui vengono sottoporsi durante un’escursione e una semplice caduta potrebbe risultare fatale.
Bisogna dire che nel caso in cui decidessimo di comprare uno smartphone rugged con una batteria dalla grande capacità e un sistema GPS evoluto, basterà istallare un’applicazione come Oruxmaps o Osmand e ci ritroveremo in tasca uno strumento superiore al GPS tradizionale.
La grande quantità di funzioni di queste app unita alla praticità di un telefono di grandi dimensioni a mio avviso è impareggiabile.
Qual è la scelta migliore quindi?
Non esiste una scelta migliore tra le tre opzioni esposte precedentemente, in montagna si va con la cartina tradizionale, una bussola e un taccuino per prendere appunti. Questi sono gli strumenti imprescindibili per avere la certezza di raggiungere i nostri obbiettivi, ritrovare la strada in caso di problemi di orientamento, appuntarsi piccole scoperte e ricordarci bivi, luoghi insoliti e punti di riferimento. Il supporto GPS a mio avviso può non servire all’escursionista.
Girare sui sentieri battuti del CAI con uno strumento GPS è del tutto inutile, a meno che non si nasconda in noi quel lato nerd che ci impone di conoscere con precisione i dati dei nostri spostamenti, calcolare le prestazioni tempo/chilometri/dislivello al minuto, una grande passione per la cartografia e la condivisone social delle nostre tracce sui portali dedicati, ma insomma, niente a che vedere con l’esigenza di orientarsi o di muoversi in sicurezza. In questo caso, un comune smartphone è più che sufficiente.
Se invece si opera nel settore dell’outdoor come nel mio caso, o si affrontano spesso esplorazioni in aree remote, in solitaria e fuori dalle rotte tradizionali, allora il GPS diventa uno strumento fondamentale. Unito ad un buon programma cartografico sul nostro PC, ci permetterà di pianificare al dettaglio la nostra prossima avventura. Disegnare una traccia prima della partenza significherà avere un’idea più che vaga del tipo di percorso, delle sue tempistiche, del dislivello, e sapremo con un discreto margine di sicurezza cosa andremo ad affrontare e partire con il piede giusto.
Se la nostra attività si rivolge spesso a percorsi perduti, se per lavoro o per passione ci troviamo a seguire tracce antiche ormai dimenticate, il mondo della cartografia si arricchisce di strumenti fantastici che non mancherò di trattare in questo blog. Laddove la cartografia non esiste ad esempio, ci possiamo rivolgere al portale dell’Istituto Geografico Militare e approfittare della loro cartografia in scala 1:25000 che copre tutto il territorio nazionale, potremmo sfruttare la cartografia tecnica regionale, sovrapporla a quella militare e creare da soli la nostra mappa cartacea o geo referenziata, da caricare sul dispositivo GPS. Potremo così approfittare di strumenti difficili da reperire sul mercato e grazie all’utilizzo di applicazioni come QGis potremmo arricchire la quantità di risorse di riferimento per le nostre esplorazioni. Nei prossimi articoli affronteremo con precisione e approfondimento alcuni argomenti qui solo accennati, nella speranza di dare un contributo ad un argomento, la cartografia escursionistica, ancora poi trattato nonostante il grande interesse che la disciplina sta riscuotendo.
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