Qualche idea per visitare la valle di Candalla e i dintorni
Candalla è un luogo magico, si trova alle pendici della Apuane meridionali, nei pressi della cittadina di Camaiore, e tra le sue strette pareti scorre il torrente Lombricese. Le sue acque sono state per secoli il motore delle piccole attività produttive dell’area e oggi, presso la ferriera Barsi, è possibile visitare uno dei due magli ad acqua ancora presenti e funzionati sul territorio. La tradizione artigianale della piccola valle non si è persa del tutto e rappresenta un unicum del territorio lucchese. Avvolta dalla vegetazione e ricca d’acqua, è un posto fantastico in cui bagnarsi durante le giornate torride e i boschi circostanti, costellati di rovine e piccoli borghi appollaiati sui colli, regalano passeggiate notevoli anche per i meno esperti. Di seguito tre percorsi per tutti i gusti per pianificare la tua prossimino uscita.
Candalla e Grotta all’Onda
Dalla città di Camaiore seguiremo per Casoli ma Lasceremo la macchina in prossimità del paese di Lombrici; seguiremo a piedi le indicazioni per Candalla fino alla fine della strada, dove il vecchio Mulino di Taccone, risalente al 1513 e oggi in via di ristrutturazione, si affaccia su una grande pozza con cascata ed è tutti gli effetti la porta della valle. Superato un ponte di pietra, inizia il sentiero che in breve si addentra tra le pareti rocciose, meta famosa tra i climber italiani, e zona ricca di ritrovamenti del neolitico e dell’età del bronzo.
La valle è solcata dal torrente Lombricese e ricca di vegetazione. Sul percorso del fiume si trovano ancora i resti di un distretto industriale che trova la sua origine nel medioevo. Opifici ormai ridotti a ruderi e avvolti dalla vegetazione punteggiano le ripide scarpate della valle e ci tengono compagnia insieme al rumore incessante dei gorghi.
In mezzo all’alternanza di pozze cristalline e rovine fiabesche, raggiungeremo il Ponte della Penna che una volta superato, in breve ci condurrà al sentiero CAI N° 112, nei pressi del paese di Casoli, dove terremo la destra.
Dopo breve tempo il sentiero diventa una vera e propria mulattiera chiamato La Scala Santa. Si tratta di un percorso nel bosco che può risultare faticoso, ma la spettacolarità dell’ambiente è davvero unica. Il sentiero sale per un dislivello di circa 800mt fino al Campallorzo, antico alpeggio intorno ai 900 metri di quota, sovrastato dai ruderi di una chiesa campestre.
Consiglio di trascorrere qui la pausa pranzo. Siamo più a meno a metà del percorso, su prati spettacolari e con una meravigliosa vista sul mare e sulle Apuane Meridionali. Il luogo è suggestivo, rappresenta la porta camaiorese alle Apuane meridionali e si colloca ai piedi del monte Prana. L’incrocio di sentieri in quest’area permette escursioni di ogni livello di difficoltà e sono presenti acque sorgenti di ottima qualità per rifornire le nostre borracce.
Il ritorno passando da Grotta all’Onda
Il sentiero 101 riprende in direzione nord, sale sul fianco di un piccolo colle e attraverso uno dei tratti più belli di questa zona conduce alla foce del Termine o Del Crocione (da non confondere con la foce del Termine nei pressi di Palagnana). La sella è di nuovo un ottimo punto panoramico sul Piglione e il Monte Matanna. A questo punto si seguirà il sentiero CAI N°2 che in discesa si dirige verso il paese di Casoli e il fondo valle. Dopo circa venticinque minuti di cammino bisognerà prestare molta attenzione: nel tratto in cui il sentiero segue una serie di brevi tornanti, scendendo abbastanza ripidamente ma su fondo comodo, un cartello di legno ad un albero sulla nostra destra, e un segno rosso a terra sopra una pietra, indicano la deviazione per Grotta all’Onda (735 mt). Si tratta di un sentiero per lo più in piano della durata di 10 minuti che conduce alla grotta e alle sorgenti del Lombricese.
Una parete calcarea grigio scuro e gocciolante d’acqua si innalza per una ventina di metri ed è raggiungibile attraverso un semplice guado su roccette e una breve salita.
La grotta, dell’ampiezza di circa 60 per 40 mt, è una delle più importanti testimonianze di frequentazione ininterrotta di una grotta dalla preistoria fino all’inizio del XX secolo. Nell’area sono stati condotti numerosi scavi archeologici a partire da 1867 fino ai giorni nostri ed hanno restituito reperti che vanno dalla preistoria fino al periodo rinascimentale, epoca in cui la grotta veniva utilizzata per lo più a scopo rituale.
Altre strutture e muri a secco sono i segni dell’utilizzo che nei secoli successivi se ne è continuato a fare, dai pastori, ai viandanti fino ai partigiani durante la seconda guerra mondiale.
Tornando indietro sulla breve deviazione ritroveremo il sentiero N°2 che seguiremo tenendo la destra per scendere nei pressi della marginetta incontrata all’inizio della Scala Santa, svoltando a destra in breve saremo sul tratto asfaltato che ci condurrà al paese di Casoli.
Vi consiglio vivamente una merenda o un aperitivo presso il Bar Alimentari in via Ezio Bicicchi, dove a prezzi più che ragionevoli si può bere del buon vino e assaggiare i famosi affettati di Gombitelli, una merenda che non dimenticherete tanto facilmente.
Riposati e rifocillati, un breve tratto di sentiero in discesa, che stacca sulla destra dal piazzale antistante il Bar La Frana, ci condurrà alle macchine e quindi al punto di partenza.
Se vuoi esplorare questa zona con l’aiuto di una guida ma l’esperienza non è in calendario, puoi prenotare l’escursione Le Cascate di Candalla anche in forma privata con un gruppo ristretto di amici.
Anello di Grotta all’Onda nella valle di Candalla
Per chi non ha tanta voglia di tornare a pezzi dalla sua giornata all’aria aperta, c’è un anello semplice, una passeggiata adatta a tutti e sopratutto a famiglie con bambini piccoli.
Si parte ancora dal paese di Casoli e una volta attraversato il borgo a partire dal parcheggio, si dovrà prendere il sentiero per Tre Scolli, ben visibile e segnalato. Si tratta di una salita breve che ci porterà nei pressi di una via asfaltata e un di piccolo parcheggio vicino a un gruppo di case (in alternativa si può decidere di salire con l’auto superando il paese di Casoli). Procederemo dritti tralasciando le vie private che si affacciano sul percorso fino ad una sbarra rossa e bianca. Sulla destra della sbarra inizia il sentiero dell’acquedotto, segnato in rosso, prima su rocce ma agevole e in seguito su cemento. Si tratta di una condotta dell’acquedotto (gorile) che nel tempo di circa 45 minuti vi porterà proprio sotto le pareti rocciose da cui origina la grotta.
Da Grotta all’Onda a Casoli
Lo spazio nei dintorni si presta splendidamente per un picnic e i numerosi rivoli d’acqua che scendono dalla parete rocciosa rendono l’ambiente magico (a patto che non sia estate inoltrata o un periodo di forte siccità). Dopo aver sostato il tempo desiderato proseguiremo tenendo la grotta sulla nostra sinistra e poi, su traccia ben visibile, fino al guado dell’affluente di destra del rio Lombricese che attraverseremo facilmente su roccette fino alla parete verticale sul lato opposto. Si segue il sentiero che costeggia la roccia non curandosi delle due tracce che incontreremo, la prima a destra e la seconda a sinistra, ma fino a quando non troveremo il sentiero CAI n°2. Sarà impossibile sbagliare perché il sentiero percorso fino ad ora finirà in quel punto, dove una pietra con segno rosso e una freccia di legno sull’albero alla nostra destra, indicheranno la grotta e quindi la direzione da cui stiamo provenendo.
Svoltando a destra ci troveremo in direzione Casoli e potremo seguire il percorso fino alla marginetta descritta nel percorso precedente, in prossimità dell’inizio della Scala Santa (CAI 112). Terremo quindi la destra fino al punto di partenza.
Candalla, Metato, la Grotta del Tambugione e le rovine di Montecastrese
La terza escursione che vi propongo è un giro ad anello poco impegnativo, con partenza da Candalla per visitare la Grotta del Tambugione e le rovine di Montecastrese.
Partiremo ancora dal Mulino del Taccone in località Candalla, nel punto in cui la strada carrozzabile diventa sentiero.
Come nel primo percorso descritto, percorreremo la traccia fino quando, poco prima del Ponte della Penna, un sentiero ben segnalato staccherà sulla nostra destra indicando il paese di Metato, probabilmente la più pittoresca delle famose frazioni camaioresi.
La salita non sarà impegnativa e dopo circa settecento metri una deviazione a sinistra ci permetterà di visitare la grotta del Tambugione (525 mt) ben indicata (considerate 40 minuti andata e ritorno). L’antro si apre sulla parete ovest del Monte Ciuraglia ed è, come le altre grotte del camaiorese, un luogo di rilevante importanza archeologica.
Venne scavata da Nello Puccininel 1914 e al sui interno, oltre i resti di ovocaprini, cinghiali e caprioli, vennero rinvenute le ossa di sei esseri umani: quattro adulti, un giovane e un bambino, vicino alle ossa uno scarso corredo funebre di nove pezzi di ceramica. Tutti i reperti sono stati datati all’Eneolitico.
Ripercorrendo a ritroso la breve traccia appena percorsa, riprenderemo la mulattiera, in pochi minuti visiteremo la croce del Monte Penna e raggiungeremo in breve il pese di Metato, appoggiato alla parete della montagna con una splendida vista mare. Dopo aver vagato a piacimento tra i viottoli del piccolo centro abitato, scenderemo verso il cimitero evitando la via asfaltata che sale da Camaiore. Sceglieremo la cementata ripida sulla nostra destra, che dopo pochi metri diventerà sterrata, in direzione Candalla.
Le rovine di Montecastrese e il ritorno a Candalla
Terremo sempre la destra, sia al primo bivio che al secondo, finché non troveremo il breve sentiero per Montecastrese sulla nostra sinistra. I resti della rocca si sviluppano sul crinale che collega le due quote di Monte la Torre e Monte Castrese, rispettivamente di 294 e 266 mt. Approfitteremo del posto, ricco di vegetazione e ben esposto al sole, per riposarci e fare uno spuntino, per poi riprendete la discesa appena percorsa in salita fino a trovare l’ampio sentiero carrozzabile che ci condurrà nei pressi di Candalla e quindi al punto di partenza.