Le Alpi Apuane esplodono dalla terra come coltelli, tra l’Appennino e il mare sembrano sentinelle di pietra. Non sono montagne facili, sentieri aerei esposti, valli profonde e dislivelli impegnativi sono i tratti che le rendono meta ambita per gli amanti del trekking, della rampicata e dell’alpinismo. La loro storia è antica e rappresentano una finestra tettonica importante per lo studio del continente europeo.
Questa montagne fanno parte del Subappennino Toscano. La loro formazione è da cercarsi lontano nella storia. Circa 220 milioni di anni fa, l’apertura di un mare tropicale e ricco di vita all’interno della Pangea è stata all’origine della materia che le costituisce. I resti di un numero sterminato di piccoli e grandi organismi hanno costituito gran parte del sedimento che oggi sta alla base della catena montuosa.
L’energia del rilievo è straordinaria, si passa da poche decine di metri sul livello del mare a quasi 2000 metri in circa 7 chilometri, e proprio la forza di questa spinta ha determinato le forme aguzze e gli stretti valloni che le caratterizzano. Emanuele Repetti ce le raccontava così:
Da essi monti si diramano vari contrafforti, che portano sui loro ciglioni acute prominenze, ed una criniera dentellata e discoscesa tanto, che un uomo che non abbia l’ali di Dedalo o di Gerione difficilmente può su quelle balze passeggiare. Dall’alto offrono all’immagine la figura di un mare in tempesta istantaneamente pietrificato.

La loro posizione geografica fa si che sui due versanti principali insistano aree macro climatiche distinte. Il lato interno è caratterizzato dal clima continentale, estati brevi, inverni rigidi e la permanenza delle nevi si protrae spesso fino all’estate. Il lato marittimo è invece temperato e conserva i tratti più tipici dell’area mediterranea. La complessa articolazione della catena montuosa genera una quantità di microclimi tale da conservare la metà dell’intera biodiversità della Toscana e alcuni importanti endemismi.
Le Alpi Apuane rappresentano un ostacolo naturale sia per i venti freddi provenienti da nord che per le correnti umide mediterranee, la permanenza di nubi cariche di pioggia sulle sue vette è molto frequente e fa si che le Apuane rappresentino uno dei luoghi più piovosi della penisola. Questa caratteristica, unita alla loro origine calcarea, ha determinato fenomeni di carsismo unici come l’Antro del Corchia, un complesso di gallerie che tocca i 64 km di estensione, il più vasto d’Europa fino agli anni ’70 e tuttora il più vasto d’Italia
Il nome Alpi Apuane prende origine dalla città di Pontremoli anticamente chiamata Apua, nome dalla radice incerta e probabilmente celtica. Era la capitale dei liguri apuani, un popolo indomito di combattenti che con le loro tecniche di guerriglia dettero del filo da torcere anche ai Romani che, dopo averli sconfitti nel II secolo a.C, li deportarono nel Sannio. Erano un popolo di pastori, e la pastorizia è rimasta una delle maggiori vocazioni di questa terra aspra e impervia fino al secondo dopoguerra. Su queste montagne sono numerosi i siti che ricordano la loro presenza attraverso incisioni, luoghi di culto e resti di sepolture.
Su queste montagne si sono combattute battaglie fino ai tempi della seconda guerra mondiale. Durante il secondo grande conflitto le Alpi Apuane rappresentarono un rifugio sicuro per i partigiani che su queste montagne affrontarono duri scontri contro l’esercito tedesco. Non mancarono gravi ripercussioni sulla popolazione civile e, sopratutto durante il ripiegamento dell’estate del ’44, molti villaggi di queste terre furono segnati dall’orrore delle stragi nazi fasciste. Sant’Anna di Stazzema, più che un borgo una serie di case sparse intorno ad una chiesa, porta l’orrore fino ai giorni nostri con alcuni sopravvissuti del 12 agosto, quando tra le case, la piazza e le piane dei monti, vennero trucidate senza alcuna pietà 560 persone, per la maggior parte donne, anziani e bambini. Lungo il crinale che dalla vetta del Monte Folgorito procede verso il Carchio, si percepisce evidente il fronte della Linea Gotica con le trincee ancora intatte.
Questo angolo di Toscana oggi è una meta turistica importante per gli amanti dell’outdoor, delle tradizioni e della buona cucina. Le Alpi Apuane offrono oltre 500 km di sentieri segnati. La maggior parte dei tracciati è vecchia di secoli ed è stata incisa nei resti di un mare a cominciare dai popoli dell’Italia preistorica. Le vette, per lo più scabre e sassose, rappresentano mete ambite dagli escursionisti; sono rigate da percorsi di ogni difficoltà, in alcuni casi molto esposti e appena intagliati nelle grandi placche rocciose, in altri adatti a cammini dolci, alla scoperta di valli misteriose e alpeggi mozzafiato.
La catena montuosa è protetta dal Parco Regionale delle Alpi Apuane, inserito nell’elenco dei geoparchi UNESCO, ma purtroppo tra queste valli si consuma in silenzio uno dei più grandi disastri ambientali d’Europa; la coltivazione degli agri marmiferi sta minacciando in modo ormai critico e del tutto irreversibile un ambiente di inestimabile valore per tutta la collettività.
Di seguito troverai le descrizioni delle macro aree più importanti della catena montuosa, i principali punti di accesso al parco e i riferimenti dei rifugi strategici; nel frattempo ti consiglio un libro molto importante per iniziare a familiarizzare con le nostre Alpi: Alpi Apuane – 80 itinerari classici e d’avventura; se invece cerchi una guida per esplorare in sicurezza il Parco Regionale delle Alpi Apuane dai un’occhiata alle mie escursioni.
Visitare le Alpi Apuane
Le Alpi Apuane si possono avvicinare in molti modi e qui segnaliamo quelli che riteniamo migliori, tralasciando per motivi di spazio possibilità alternative di interesse più locale o specialistico. Divideremo la catena montuosa in tre porzioni distinte, per comodità e quando possibile per caratteristiche.

Apuane settentrionali

E’ la zona dei pizzi con al centro la bellissima Val Serenaia, una circo glaciale racchiuso tra alcune delle vette più interessanti e il Pisanino, la montagna più alta dell’intero complesso. Questa valle offre tre rifugi e un campeggio dove soggiornare, degustare piatti tipici e da cui partire per affrontare alcuni dei percorsi più affascinanti e suggestivi dell’intera catena montuosa come il Pizzo d’Uccello per la via normale e il Grondilice, quest’ultimo a poco più di un’ora dal rifugio Orto di Donna.
Bisogna dire che quest’area delle Apuane è particolarmente tosta, si possono raggiungere facilmente luoghi panoramici come Finestra Grondilice, Foce di Giovo e il Passo delle Pecore, ma le vette sono riservate a escursionisti con il piede fermo e che non soffrono di vertigini. I sentieri spesso esposti, su roccia, sfasciumi e paleo, possono mettere in grosse difficoltà chi non è avvezzo ad ambienti così selvaggi.
La valle si trova nel comune di Minucciano (LU) in Garfagnana e si può raggiungere in quaranta minuti da Aulla (per chi viene dalla Liguria o dall’Emilia) e in un ora e mezza dalla città di Lucca. A pochi chilometri di macchina si trova il paese di Gramolazzo, sulle rive dell’omonimo lago, e nei mesi caldi è senza dubbio un posto fantastico dove rilassarsi e concedersi un bagno rinfrescante.
Una montagna che merita una nota a parte è il Monte Sagro perché si tratta di una vetta leggermente defilata rispetto al resto e con accessi del tutto esclusivi. E’ la montagna che domina Carrara, raggiunge 1746 metri di altitudine, ed è facilmente raggiungibile dalla città con la via asfaltata che porta a Campocecina; in 35 minuti di machina si raggiunge Foce di Pianza, luogo di partenza per la classica escursione di vetta.
Poche centinaia di metri prima, nei pressi del Piazzale dell’uccelliera, una deviazione sulla destra porta al ristorante Belvedere e sulla stessa strada, in prossimità di una fontana, stacca il sentiero per il Rifugio Carrara. Rimandiamo per approfondimenti all’articolo dedicato.
I rifugi delle Apuane settentrionali
Rifugio Val Serenaia, 1100 mt: 349 142464
Campeggio Val Serenaia, 1100 mt: 347 3663542 – 349 1424641
Rifugio Donegani, 1150 mt: 329 2015805
Rifugio Orto di Donna, 1496 mt: 347 366 3542
Rifugio Carrara, 1320 mt: 0585 841972
Alpi Apuane centrali

Facciamo iniziare la porzione delle Apuane Centrali dal passo della Focolaccia, tra il Monte Contrario e la Tambura, terza vetta delle Alpi Apuane, e la chiudiamo per comodità in direzione sud con l’inclusione del Monte Altissimo.
Si tratta senza ombra di dubbio della porzione più selvaggia della catena montuosa e comprende, tra le altre, vette importanti e molto ambite come il Sumbra, il Fiocca, Il Macina e il Sella.
E’ probabilmente la parte in cui l’energia del rilievo si mostra con più forza. Profondi valloni, vette aguzze e vie di lizza che precipitano verso il basso come raramente altrove, costituiscono uno scenario unico.
Questa porzione di Apuane custodisce l’antica via Vandelli, una via commerciale e militare voluta dal duca Francesco III d’Este e costruita dall’abate Domenico Vandelli alla metà del secolo XVIII, per collegare Modena e Massa e guadagnare il tanto abito accesso al mare.
L’interezza dell’antico tracciato è ormai scomparsa, ma in questa zona, a cavallo del Passo della Tambura, è in un perfetto stato di conservazione e collega tutt’ora Vagli con Resceto, spingendosi ripidamente fino a quota 1634 mt.
Sul suo percorso, in zona Campaniletti, si trova il famoso rifugio Nello Conti, una baita a sbalzo sui ripidi pendii del Monte Tambura, che domina uno dei panorami più spettacolari di tutti la catena montuosa.
I due accessi fondamentali a quest’area sono rappresentati da Massa e Lucca. Il primo, dal mare, permette di arrivare in breve tempo in località importanti come Resceto, Forno e Renara, luoghi da cui iniziare alcune delle escursioni più temerarie delle Alpi Apuane, come il giro della Tambura, il tracciato della Monorotaia Denham e la faticosa ferrata del Contrario, ma anche bellissime passeggiate raramente poco faticose a causa dei notevoli dislivelli.
L’accesso da Lucca è costituito dalla Via di Arni che collega Castelnuovo e Massa attraverso il Passo del Vestito. Raggiunto il paese di Arni si aprono davanti a noi molte possibilità, si tratta infatti di un punto privilegiato per affrontare vette come il Monte Sella, Il Fiocca, il Sumbra dalla ferrata Malfatti e luoghi naturali di incredibile bellezza come il Fato Nero e le Marmitte dei Giganti, queste ultime a patto di conoscere tecniche alpinistiche di discesa in corda doppia. Il rifugio di riferimento dell’area di Arni è il Rifugio Puliti, facilmente raggiungibile a piedi dal paese.
Assolutamente da segnalare, nei pressi di Pian della Fioba poco fuori dal Passo del Vestito in direzione Massa, l’Orto Botanico delle Apuane Pellegrini-Ansaldi. Si tratta due paradiso a cielo aperto, dove una grande lavoro di selezione cura e controllo, ha permesso ai volontari di regalarci una panoramica entusiasmante sulla grande biodiversità delle Alpi Apuane che, ricordiamo, conservano metà della biodiversità dell’intera regione. Proprio nei pressi di Pian della Fioba un sentiero porta in venti minuti al rifugio Città di Massa, punto strategico per visitare l’area del Monte Altissimo.
I rifugi delle Apuane centrali
Rifugio Nello Conti, 1442 mt: 0585 793059
Rifugio Aldelmo Puliti, 1016mt: 340 679 7834
Rifugio Città di Massa, 900 mt: 339 539 0067
Oro Botanico delle Apuane Pellegrini Ansaldi, 900 mt: 348 8809255
Alpi Apuane meridionali

In questa terza porzione mettiamo il resto delle vette, dal Monte Corchia fino Piglione, nel comune di Pescaglia. Cime come la Pania della Croce, il Monte Forato e il Monte Croce sono tra le più frequentate anche da chi si avvicina per la prima volta a queste montagne. La prima, la Regina della Apuane, è famosa anche ai bagnanti della Versilia, domina la costa con la sua forma piramidale e rappresenta la quarta quota della catena montuosa, spingendosi a 1858 mt. E’ legata per crinale ad altre vette importanti come la Pania secca, Il Pizzo delle Saette e l’Uomo Morto, insieme formano il massiccio delle Panie. Sul versante Ovest, dirimpetto al Monte Corchia, i fianchi scendono nella Valle di Mosceta, sede del Famoso Rifugio del Freo. A Est i sentieri precipitano verso il Rifugio Rossi e Piglionico e sono probabilmente tra i tracciati più percorsi per raggiungere quest’area.
Mano a mano che ci si sposta a sud, le quote delle Apuane calano vistosamente e incontriamo montagne più comode, come il Matanna, il Forato, il Nona, il Monte Croce, il Prana e il Piglione. Sono caratterizzate anch’esse da vette rocciose o prative, di modeste altitudini, adatte all’esplorazione anche per chi non ha una grande abitudine alla fatica del trekking, ma non per questo meno affascinanti. Sono montagne panoramiche e dolci che dolci regalano stupende fioriture di narcisi, asfodeli e orchidee, le valli intorno sono tempestate di piccoli borghi, alpeggi e luoghi misteriosi, come le incisioni rupestri, la Grotta del Tanaccio, il Tavolo degli Streghi e la meravigliosa Candalla. Per chi desidera una scampagnata senza stress consigliamo una visita al Monte Piglione, partendo dall’alpeggio di Groppa è una passeggiata breve e rilassante su uno dei crinali più belli di queste montagne.
I rifugi delle Apuane meridionali
Rifugio del Freo, 1180 mt: 3337343419, 0584778007
Rifugio Rossi alla Pania, 1609 mt: Al momento senza gestione contattare CAI di Lucca: 0583 582669
Rifugio forte dei Marmi, 856 mt: 0584 789095, 331 3277741
Albergo Alto Matanna, 1037 mt: 0584 776005